Come essere in prima pagina su Google? Ecco i 4 step per portare il tuo sito in cima ai risultati

Il posizionamento organico (non dovuto ad acquisti di spazi pubblicitari) di un sito sui motori di ricerca, è determinato da una lunga serie di fattori riguardanti molteplici aspetti tecnici e contenutistici. In questo post cercheremo di riassumere tutti gli elementi da prendere in considerazione, ed eventualmente sui quali lavorare, per migliorare il ranking della propria piattaforma ed arrivare nella prima pagina di Google.

 

Problematiche riguardanti il codice e i file del tuo sito

 

Per far sì che il tuo sito si posizioni è prima di tutto necessario che Google ne capisca il contenuto, così da permettergli di posizionare le pagine nelle SERP riguardanti il topic trattato. I motori di ricerca utilizzano alcuni tag HTML per avere una panoramica generale del contenuto di una data pagina. Questi vanno utilizzati per fornire utili informazioni ai crawler e all’utenza e andrebbero compilati in base al testo presente nella pagina e alle keyword più utili (di cui parleremo in seguito). Vediamo i principali:

 

Title: Rappresenta il titolo della pagina web, in diversi browser viene visualizzato nell’etichetta della scheda. Molte volte Google la utilizza per generare il titolo del risultato presente in SERP. Deve esisterne solo uno per pagina e viene inserito nella sezione <head>. La sua lunghezza ottimale è inferiore a 60 caratteri.

<head>
  <title>Titolo dell pagina</title>
</head>

 

 

Meta Description: questo meta-tag funge da riassunto per ciò che andremo a leggere nella pagina. Google lo inserisce nei suoi risultati sotto all’URL. Quando si scrive una Meta Description è consigliabile non superare i 158 caratteri. Non è un fattore di ranking diretto ma può essere utile per attirare l’attenzione dell’utente con una CTA per aumentare il CTR (che invece è importante per il posizionamento).Oltretutto si rivela un ottimo contenitore per keyword a noi utili.

<head>
 <meta name="description" content="Descrizione del contenuto">
</head>

 

 

Canonical Tag: tag utilizzato per indicare a Google la pagina principale quando sono presenti più contenuti simili. Ciò può avvenire, ad esempio, in una pagina contenente numerosi prodotti che dovranno essere distribuiti su più URL. Google non apprezza contenuti duplicati e la loro presenza può essere dannosa per il posizionamento, quindi questo tag è fondamentale per aiutare i motori a comprendere quale sia la URL giusta da considerare.

<head>
 <link rel="canonical" href="https://urlpaginaprincipale" />
</head>

 

 

Alternative text (Alt Text): Tag associato alle immagini, utile per far capire ai motori cosa queste rappresentino.

<img src="immagine.jpg" alt="descrizione">

 

 

Headings: Servono per dividere i paragrafi del testo di una pagina. Seguono una gerarchia precisa con H1 che rappresenta il titolo principale e gli H2 fino agli H6 utilizzati come sottotitoli per i paragrafi. Importanti per far comprendere a Google il contenuto e utili per l’inserimento di keyword. Di seguito un esempio per comprendere come utilizzare correttamente la gerarchia. È sconsigliato utilizzare sottotitoli inferiori all’H3.

// corretto utilizzo della gerarchia degli headings

<h1> Titolo </h1>
<p> testo </p>
  <h2> Paragrafo 1 </h2>
  <p> testo </p>
    <h3> Sotto-paragrafo 1 del paragrafo 1 </h3>
    <p> testo </p>
    <h3> Sotto-paragrafo 2 del paragrafo 1 </h3>
    <p> testo </p>
  <h2> Paragrafo 2 </h2>
  <p> testo </p>
    <h3> Sotto-paragrafo 2 del paragrafo 2 </h3>
    <p> testo </p>

 

 

Hreflang: attributo HTML da utilizzare per specificare la lingua della pagina in caso di siti-multilingua. Aiuta Google a posizionarci per il corretto target geografico e a far sì che le nostre pagine non vengano considerate duplicate (pensa ad esempio a due versioni della stessa pagina, una britannica e l’altra statunitense, simili ma con alcuni termini differenti).

//istruzioni da inserire nella pagina nella lingua principale del sito

<link rel="alternate" hreflang="x" href="https://esempio.com/pagina-alternativa" />

//x è la lingua in cui è scritta https://esempio.com/pagina-alternativa
//https://esempio.com/pagina-alternativa è la "stessa" pagina in cui stiamo inserendo l'istruzione ma in lingua x

 

 

Errori riguardanti la mappatura e la gestione delle pagine

 

Un altro aspetto fondamentale riguarda la struttura del nostro sito, questa deve seguire una logica atta a facilitare la navigazione all’utente e il crawling ai motori di ricerca. La soluzione più utilizzata è quella che prevede l’organizzazione gerarchica dei contenuti seguendo lo schema : homepage → categoria → articolo/prodotto. Secondo le best practice non dovrebbero essere mai necessari più di tre click per raggiungere qualsiasi contenuto della piattaforma. 

 

La divisione in categoria segue gli intenti di ricerca dell’utenza ed è qui che entra in gioco la keyword research. Utilizzare i termini più ricercati dal pubblico o/e per i quali i concorrenti non sono presenti può fare una grande differenza in termini di visite e conversioni. Per questo prima ancora di creare un sito è necessario avere ben chiare le keyword su cui basare la struttura principale e i suoi testi; la ricerca andrà effettuata in base ai volumi e alla presenza di concorrenti e le parole chiave dovranno essere distribuite in modo sensato nei testi, nelle meta informazioni e negli URL del sito, evitando il keyword stuffing (l’utilizzo eccessivo e innaturale dei termini che può portare a penalizzazioni).

 

Questa è una operazione tanto complessa quanto fondamentale, di conseguenza potresti avere la necessità di un aiuto professionale e di tool specifici per stilare una buona keyword research. Noi di SEO Business effettuiamo quotidianamente questo tipo di operazioni per i nostri clienti, se interessato puoi richiedere una prima consulenza gratuita con il nostro SEO Specialist per capire come iniziare a migliorare la tua presenza online.

 

Utilizzare al meglio categorie e tag per facilitare la navigazione

 

Le categorie servono a suddividere per topic i vari articoli e prodotti con una logica definita verticale, mentre i tags possono essere utilizzati per creare associazioni verticali. Lasciamo di seguito uno schema esplicativo.

 

Fornire la Sitemap ai motori di ricerca

 

La sitemap è un file contenente gli URL del tuo sito, che i motori analizzano per comprendere la mappatura. Puoi compilarla (dopo aver reso no-index le pagine non utili a Google) manualmente, ma è una operazione che sconsigliamo, soprattutto per i siti di grandi dimensioni. Esistono diversi tool che generano la sitemap a posto tuo, come Yoast SEO per WordPress.

 

Anche la sintassi dei singoli URL deve essere facilmente comprensibile, quindi vanno evitate sequenze alfanumeriche a favore di un linguaggio naturale.

// https://sito.it/ottimizzazione-seo-per-il-tuo-sito/ è un buon url
// https://sito.it/p9454x non contiene informazioni utili a comprenderne il contenuto, quindi non è ottimizzato

 

 

Gestire l’indicizzazione delle pagine e il file robots

 

Solo i contenuti utili agli utenti e la sitemap dovranno essere visibili ai crawler, tutte le altre pagine finirebbero per sprecare inutilmente crawl-budget, cioè il tempo (limitato) che Google dedica alla scansione del nostro sito, di conseguenza è bene compilare attentamente il file robots.txt. Questo file indica ai bot dei motori quali percorsi seguire e quali no, attraverso semplici istruzioni (di seguito un esempio).

#Esempio di file ottimizzato per un e-commerce:
#le istruzioni disallow permettono di escludere percorsi 
#non utili ai motori, come in questo caso il carrello 
#o la sezione account. 
#Nel file robots si indica anche l’URL della sitemap 
#per velocizzare il lavoro dei crawler

User-agent: * 
# disallow all files in these directories 

Disallow: /comments/feed/ 
Disallow: /author 
Disallow: /cgi-bin/ 
Disallow: /carrello/ 
Disallow: /checkout/ 
Disallow: /account/ 

Sitemap: https://sito.it/sitemap_index.xml

 

Il file robots, però, non esclude totalmente la possibilità che una pagina venga indicizzata, viene preso come un suggerimento che la maggior parte delle volte viene seguito. Per assicurare l’esclusione di una pagina da Google si dovrà utilizzare l’istruzione no-index nell’apposito tag. Anche qui Yoast SEO ci semplifica la vita permettendo di gestire le varie pagine dalla sua interfaccia in WordPress.

 

Apriamo anche una piccola parentesi sulle pagine già indicizzate che per qualche motivo sono state eliminate o non sono momentaneamente disponibili. Un errore 404 (pagina non trovata) può essere dannoso per il proprio posizionamento, quindi è necessario effettuare un reindirizzamento ad un’altra pagina: ne abbiamo parlato approfonditamente in questo articolo sui redirect.

 

L’importanza dei link esterni per un buon posizionamento

 

Anche dopo aver effettuato tutte le modifiche onsite necessarie la tua piattaforma, soprattutto se neonata, si dovrà scontrare con i concorrenti che occupano le varie SERP. Uno dei fattori più tenuti in considerazione da Google per valutare i vari siti è la qualità e la quantità di backlink a loro disposizione: più un sito viene citato (tramite la presenza di link in entrata) da piattaforme autorevoli, più esso stesso è considerato autorevole.

 

Perciò avere un buon portfolio di backlink è fondamentale per scalare i risultati. Una campagna di link building è una strategia atta alla creazione di tali collegamenti. Ottenere link di qualità da piattaforme autorevoli è una manovra di PR che può consumare molto tempo e risorse, di conseguenza, vengono spesso delegate ad agenzie SEO come la nostra che si occupano in modo professionale del mantenimento e accrescimento del tuo portfolio backlink, avendo una rete di contatti già rodata in grado di apportare benefici al tuo ranking.

 

Se è vero che un link autorevole porta benefici alla propria reputazione sul web è vero anche il contrario. È sempre necessario tenere d’occhio chi linka il nostro sito e segnalare (tramite apposita funzione di Search Console) i siti che potrebbero essere dannosi agli occhi dei motori (siti spam e directory generiche ad esempio).

 

I contenuti del tuo sito fanno la differenza

 

Tramite la keyword research andranno strutturati anche tutti i testi del proprio sito, per permettere alle pagine di raggiungere il più alto numero di potenziali clienti. Molte volte il problema per il quale un sito non si posiziona è proprio riguardante la quantità e qualità del contenuto: ogni pagina utile al proprio business necessità di informazioni di qualità per l’utente e di keyword necessarie al motore di ricerca per comprendere al meglio il nostro focus. Per Google i contenuti sono l’aspetto fondamentale di ogni sito, insieme al “passaparola” generato dai backlink

 

Per questo è sempre consigliato avere anche un blog interno negli e-commerce, per puntare a più keyword correlate possibili, tramite un apposito piano editoriale basato anch’esso sullo studio delle parole chiave, per cercare di essere presenti anche su ricerche puramente informazionali, che aumentano l’awareness del pubblico nei nostri confronti e portano indirettamente a future conversioni.

 

I link interni per distribuire la link juice

 

Questa tipologia di pagine puramente informazionale, può essere utile al posizionamento dei nostri contenuti principali (per esempio i prodotti di punta del nostro e-commerce) grazie ad una buona struttura dei link interni. Infatti una pagina ben posizionata che punta ad un’altra trasferisce a quest’ultima parte della sua “autorità”, come avviene con i backlink esterni (anche se con un impatto minore). Quindi avere una buona gestione dei link tra le nostre pagine, siano essi nei menu che nei vari testi, porterà un incremento nel ranking mirato a ciò che per noi è più importante.

 

La User Experience

 

Prima di iniziare a pensare ai vari contenuti, ci si dovrà assicurare di renderli facilmente fruibili. Di conseguenza la navigazione del sito dovrà risultare semplice e veloce, grazie ad una mappatura minimale, come spiegato in precedenza, e rendendo la piattaforma responsive, cioè adatta a tutti i device dai pc fissi agli smartphone.

 

Anche la velocità e la responsività del server che ospita il tuo sito è importante, di conseguenza punta ad un piano di hosting che utilizza hardware performante e possibilmente in grado di distribuire i tuoi contenuti su più macchine con un sistema cloud.

 

Infine ricordiamo che un buon sito non deve avere pubblicità e pop-up invasivi che rallentino la navigazione. Se monetizzi il tuo blog tramite advertising cerca di integrare i banner al layout per non coprire o rallentare il caricamento dei contenuti per i quali l’utente è arrivato sulla tua pagina.

 

Ma quanto costa stare in prima pagina su Google?

 

Se necessiti di assistenza per ottimizzare il tuo sito, puoi contare sul nostro team di professionisti SEO in grado di portare avanti tutte le operazioni on-site e off-site per farti arrivare in cima alla prima pagina di Google. I costi di una strategia SEO dipendono da molteplici fattori, come hai potuto leggere in questo articolo, di conseguenza non esiste un prezzo fisso. Per avere un preventivo SEO su misura puoi visitare la nostra pagina apposita dove in poco tempo di forniremo una valutazione personalizzata.

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