Sito penalizzato da Google? Analizzare perché un sito è crollato non è cosa facile. Ti severe un SEO esperto che risolva il problema!
Penalizzazione automatica del sito attribuita per un comportamento “sleale” secondo Google. Solitamente chi riceve questa penalizzazione è perché non ha rispettato le linee guida di Google . Molto spesso ciò accade quando arrivano nuovi aggiornamenti rilasciati da Google
Le penalizzazioni manuali sono applicate direttamente dal team Google e accompagnate da una segnalazione. Potete verificare eventuali comunicazioni accedendo alla Google Search Console
Spesso si vede crollare il proprio sito web e si crede che sia avvenuta una penalizzazione, ma in realtà è solo un errore on Site che ha portato ad una errata lettura di tutto il sito con la conseguente perdita di posizionamento.
Quello che ti porta su ti può portare anche giù! Si tratta della Link Building fatta male, che invece di essere di aiuto al tuo sito web genera un effetto contrario che lo porta ad essere penalizzato.
In passato i professionisti della SEO avevano margini ben più ampi per la costruzione artificiale della link popularity.
Ma nel 2002 Google ha lanciato l’algoritmo Penguin, oggi integrato nel core algorithm, mirato a penalizzare i siti che utilizzano pratiche scorrette di link building.
Contenuti generati automaticamente
Linea guida Google su schemi di link
Tecnica Black Hat con la quale si costruisce un dominio sovra-ottimizzato per determinate parole chiave, che dirotta poi il traffico su il sito web principale. L’unico scopo è ottenere il miglior posizionamento senza guardare minimamente la qualità per l’utente.
Lo scopo di queste pagine è quello di essere posizionate nei primi risultati di ricerca relativi a query specifiche. Rimandano a diverse pagine simili e ogni risultato conduce l’utente alla stessa destinazione.
Linee guida Google pagine Doorway
Ad oggi un aspetto fondamentale per l’esperienza utente e per meritarsi i primi posti nei risultati di ricerca è la velocità di caricamento delle pagine. Avere un sito troppo lento può comportare una penalità algoritmica.
Questa tecnica serve a mostrare contenuti differenti a seconda dell’utente o della tecnologia che esso usa.
Diventa un problema quando si usa questa tecnica per far vedere allo spider un contenuto costruito ad hoc per posizionarsi, mentre poi all’utente viene mostrato un contenuto differente. Una pratica che può portare a una penalizzazione definitiva come l’esclusione dall’indice.
Linee guida Google sul Cloaking
Riempire il testo di parole chiave! Ecco questa tecnica è ormai passata di moda. In passato si è abusato di questo modo di lavorare e oggi è una di quelle tecniche che portano a una penalizzazione immediata.
Linee guida di Google per Keyword Stuffing
Altra pratica abusata agli albori della SEO. Quando si inserisce del testo bianco su sfondo bianco! Ecco un perfetto esempio di testo nascosto, ed un SEO che vuole forzare il posizionamento per farti raggiungere la prima pagina di Google, ma l’unico effetto che otterrà e far sparire quella pagina dai risultati di ricerca.
Linee guida di Google sul testo nascosto
In questo caso rischiano la penalizzazione:
Solitamente ti accorgi di una probabile penalizzazione quando vi è un grosso peggioramento dei dati, un calo importante:
Utilizzando uno strumento di analisi come Google Analytics o altri strumenti a pagamento noterai un calo improvviso o graduale che ha portato a quella situazione.
Potresti usare strumenti come:
Se sei seguito da un’agenzia SEO professionale, che monitora costantemente il tuo progetto, si accorgeranno subito del problema e potranno intervenire per ripristinare la situazione.
Se invece non hai un’agenzia SEO esperta, capire il motivo della penalizzazione o perdita del posizionamento, non sempre è così semplice anche se si hanno a disposizione gli strumenti necessari.
Puoi aprire Analytics e vedere che il tuo sito è crollato, ma da li a trovare il problema del crollo non è un compito semplice.
Spesso ci è capitato di aziende con SEO junior al loro interno che non riuscivano a capire il motivo della penalizzazione.
Essendo diversi i fattori che possono portare a una penalizzazione o perdita di posizioni bisogna che un SEO esperto, tramite diversi tool analizzi la situazione per capire l’esatto problema per poi intervenire.
Cercare di ingannare Google è una cosa stupida, che prima o poi ti si ritorce contro.
E molta attenzione la devi prestare nella scelta di SEO specialist che sappiano posizionare un sito con tecniche sicure.
Se seguirai le linee guida di Google e proporrai contenuti di qualità per l’utente e ottimizzati per i motori sarai sulla giusta strada per poter arrivare in alto nei risultati di ricerca senza incorrere in penalizzazioni.
Per Google la velocità di un sito web è ormai diventata un’ossessione, addirittura segnalando all’utente se il sito è veloce o meno.
Dal Luglio 2018 un sito web veloce ha sicuramente maggiori possibilità di posizionarsi meglio di altri. Si viene penalizzati solo se il sito presenta grandi rallentamenti.
Per rendere un sito web veloce, non serve solo metterlo su un hosting potente, ma servono accorgimenti tecnici che solo professionisti sviluppatori possono fare.
Dal Gennaio 2017 il passaggio dal protocollo HTTP a HTTPS è un’operazione ormai obbligatoria per evitare di essere penalizzati da Google e mantenere il proprio posizionamento nella SERP.
Google avviserà gli utenti, ancor prima di entrare sul tuo sito web, che il tuo sito non adotta il protocollo HTTPS.
Oltre a questo ci saranno altre 2 avvisi differenti per segnalare all’utente che quel sito non è un “sito sicuro”.
Dal 10 gennaio 2017 ha introdotto il nuovo algoritmo che, da mobile, penalizza i siti web che usano banner pop-up intrusivi.
Quindi questi siti saranno posizionati peggio di altri nelle SERP di Google.
Evitare pop-up troppo invasivi, che si aprono appena un utente atterra sul sito. Ovviamente sono esclusi da penalizzazione i pop-up per la conferma dei cookie o conferma dell’età che sono pop-up obbligatori di legge.
Google ha iniziato a preoccuparsi del “mobile friendly” nel 2015, aggiornando il suo algoritmo per penalizzare tutti i siti web che non dispongono di una versione fruibile da mobile.
Puoi risolvere il problema con tecniche diverse. Una versione costruita ad hoc per dispositivi mobile o con tecniche di responsive design con la quale puoi adattare in modo automatico il contenuto del tuo sito web a seconda del dispositivo di visualizzazione.
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