Il motore di ricerca Google negli anni ha subito diversi aggiornamenti e migliorie per rimanere il leader del mercato e fornire sempre risposte più esaustive alla sua utenza. Oggi parleremo di Panda, un update storico che ha rivoluzionato il modo di fare SEO.
Che cos’è Panda e cosa fa?
L’obiettivo principale di Panda, update inizialmente conosciuto come “Farmer”, è quello di migliorare i risultati di ricerca favorendo siti con contenuti di alta qualità e penalizzando portali con testi duplicati o poco rilevanti. Google ha dichiarato che inizialmente la prima versione di Panda ha impattato sul 12 % dei risultati in lingua inglese, andando a stravolgere diverse SERP. In seguito le sue funzionalità sono state aggiornate decine di volte per continuare ad offrire risultati sempre coerenti.
Come agisce Google Panda?
Panda si occupa di influenzare le SERP andando a penalizzare alcune tipologie di contenuto, vediamo quali:
- Contenuti di bassa qualità: si tratta di pagine web che forniscono testi considerati poco utili per rispondere ai quesiti dell’utenza, come ad esempio articoli troppo brevi, non rilevanti, poco approfonditi, copiati o simili ad altre fonti.
- Contenuti senza autorità: testi creati da fonti considerate non attendibili e non verificabili.
- UGC di bassa qualità: contenuti amatoriali (User Generated Content) con errori grammaticali o privi di fonti autenticabili.
- Contenuti a pagamento, affiliazioni e pubblicità invadenti: pagine con contenuti di scarsa qualità creati per accordi pubblicitari o per spingere in modo artificiale il posizionamento organico di altri siti.
- Disallineamenti e manipolazioni del search intent: pagine che attirano l’attenzione dell’utente fingendo di proporre contenuto rilevante per scopi non inerenti alla ricerca effettuata.
Come evitare penalizzazioni?
Soprattutto nei suoi primi anni Panda era considerato un enorme problema per la SEO di un sito, poiché molte piattaforme furono penalizzate e fecero fatica a riprendersi. In realtà il “trucco” per non incorrere in problemi è sempre lo stesso, seguire le pratiche consigliate da Google stesso. “Content is King” (il contenuto è il re) secondo il motore di ricerca, quindi per massimizzare le possibilità di posizionamento ed evitare di finire nel mirino di Panda, basta seguire poche e semplici regole:
- Scrivere contenuti di qualità, esaustivi, che plachino e anticipino ogni dubbio dell’utente. Ricorda che per ogni interrogazione in prima pagina appaiono solo 10 risultati, i 10 che Google considera essere i più adatti per rispondere alla query inserita. Di conseguenza il tuo contenuto dovrà prendere in considerazione l’operato della concorrenza e cercare di fornire una risposta ancora più esaustiva di quelle presenti, rimanendo comunque originale.
- Revisionare eventuali contenuti scarsi o obsoleti per adattarli alle guideline finora descritte.
- Modificare o eliminare eventuali duplicazioni. Ricordati di non lasciare pagine in 404 ma di utilizzare redirect per evitare penalizzazioni.
- Bloccare l’indicizzazione di contenuti non adatti agli utenti. Il metodo migliore è utilizzando il tag noindex, altrimenti si può suggerire a Google di ignorare alcuni contenuti tramite il file robots.txt.
- Evitare pratiche di content farming dannose. Ciò non vuol dire, ad esempio, non effettuare campagne di link building, ma queste dovranno essere svolte con criterio creando contenuti validi e evitando creazioni massive di link, senza scadere in pratiche considerabili “black hat”.
Panda ha migliorato nel tempo i risultati di Google rendendo le SERP sempre più efficienti e, di conseguenza, competitive per chi spera di apparire nelle prime posizioni. Se necessiti di assistenza per gestire la creazione di contenuti per il tuo sito o se hai bisogno di una mano per riprenderti da penalizzazioni, puoi contare sulla nostra agenzia SEO di Torino. Grazie ad anni di esperienza al fianco di numerose aziende siamo in grado di occuparci di qualsiasi caso. Contattaci pure tramite il form di questo sito o attraverso mail o telefono.